EduPlay, cura e riabilitazione con la video game therapy©

Eduplay_Anteprima
Pubblicato il 26/02/2025

I videogiochi sono spesso demonizzati e considerati causa di isolamento sociale, dipendenza e comportamenti disfunzionali. Tuttavia, se utilizzati nel modo corretto e con il supporto di professionisti, possono trasformarsi in strumenti terapeutici potenti, capaci di favorire l’esplorazione emotiva, il miglioramento delle relazioni e lo sviluppo di competenze cognitive e sociali.

La video game therapy è infatti una pratica innovativa che utilizza il videogioco per scopi terapeutici, riabilitativi ed educativi.

Il videogioco crea un’opportunità di dialogo tra il giocatore e l’operatore, permettendo di far emergere gli aspetti relazionali che possono causare disagio.

Attraverso il videogioco, la persona può esprimersi utilizzando gli strumenti che il gioco mette a disposizione, mentre chi osserva e partecipa può accogliere, interpretare e dare un nuovo significato a ciò che emerge.


EduPlay, protocollo sviluppato da SpazioOff, rappresenta un esempio innovativo di questo approccio, trasformando il videogioco da semplice intrattenimento a strumento di cura e riabilitazione.


Cos’è EduPlay

EduPlay è una metodologia di video game therapy© ideata per affrontare il crescente fenomeno del ritiro sociale negli adolescenti, amplificato dal lockdown legato al Covid-19. Questa tecnica nasce per rispondere al bisogno di supportare ragazzi che, rifugiandosi nel mondo digitale per sfuggire a bullismo o fragilità familiari, rischiano dipendenze videoludiche o forme di Hikikomori. EduPlay trasforma il videogioco da strumento di isolamento a mezzo espressivo e relazionale, guidando il minore, insieme all’operatore, nell’esplorazione e decodifica del proprio mondo interiore.


Origini e fondamenti di EduPlay

La metodologia si basa sulle teorie delle psicotecnologie (Derrick De Kerckhove) e della psicologia del videogioco (L. Argenton, S. Tiberti, F. Bocci), che evidenziano il valore del videogioco come specchio della personalità e strumento per la rielaborazione emotiva.


Eduplay: il protocollo di lavoro

Nel protocollo di lavoro il terapeuta per prima cosa indaga ed esplora il mondo videoludico del paziente per comprendere come in questo mondo fatto di avatar, gesti operativi e narrazioni il paziente rappresenti se stesso.
Successivamente individuando un focus di lavoro il professionista sceglie un videogioco specifico accompagnando l’azione videoludica del paziente attraverso una sequenza costante di:
–  briefing: codifica dell’aspetto specifico che cerchiamo di vedere nella singola scena o sezione videoludica,
– gioco: osservazione e condivisione emotiva della sezione di gioco
– debriefing: mentalizzazione di quanto successo nella scena con conseguente decodifica degli stati emotivi e cognitivi che permettono di passare dalla metafora narrativa del videogioco alla percezione della propria storia personale.


Il ruolo dell’operatore

Nell’EduPlay la posizione e il ruolo dell’operatore può essere di:

– spettatore: è la posizione più frequente per cui l‘operatore osserva il gioco senza partecipare direttamente, aiutando il paziente a esprimersi e sostenendolo dal punto di vista emotivo e cognitivo.
– co-giocatore: in questo caso sceglie giochi specifici e partecipa attivamente, entrando nella storia per concentrarsi sulle dinamiche relazionali tra sé e il paziente.
– provocatore: è la situazione in cui l’operatore gioca mentre il paziente osserva, oppure chiede di rigiocare una scena modificandone alcuni aspetti, come avatar, scelte, difficoltà, ecc.


Ambiti di utilizzo di EduPlay

EduPlay trova applicazione in contesti quali:

  • Psicoterapia individuale e di gruppo: Promuove l’espressione emotiva e la consapevolezza.
  • Riabilitazione cognitiva: Potenzia attenzione e problem-solving.
  • Supporto educativo: Sviluppa competenze socio-emotive.
  • Interventi genitore-figlio: Migliora la comunicazione attraverso il gioco condiviso.

Applicazioni di Gruppo

  • Attività espressiva di gruppo: La tecnica è identica a quella individuale ma con delle sessioni di piccoli gruppi dove si gioca contemporaneamente. 
  • Arena virtuale: si tratta di sessione di gioco a coppia dove, a fianco del paziente, è presente la figura genitoriale con cui si collabora per sfidare altre coppie lavorando sui due grandi temi della cooperazione e della condivisione del piacere ludico. L’obiettivo è quello di rafforzare l’intesa, la comunicazione e l’intimità all’interno della coppia al fine di farla generalizzare anche al di fuori della sessione di gioco.
  • Link analogico-digitale: sono sessioni videoludiche alternate a sessioni sportive con l’obiettivo di generalizzare le competenze. In una logica di continuità fra contesto digitale e analogico ciò che si apprende da un lato si travasa dall’altro siano esse competenze emotivo relazionali siano esse competenze cognitive. Attraverso sessioni appositamente studiate, si individuano scene videoludiche precise e gesti atletici specifici con cui creare questa sorta di vasi comunicanti.

I benefici della metodologia EduPlay

  • Esplorazione emotiva: il videogioco diventa uno strumento per narrare il proprio mondo interno.
  • Miglioramento delle competenze relazionali: facilita il dialogo tra utente e operatore.
  • Sviluppo delle capacità cognitive: potenzia memoria, attenzione e problem-solving.
  • Aumento dell’autostima: il raggiungimento degli obiettivi videoludici stimola la fiducia in sé stessi.

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